Amfetamina
L’amfetamina o anfetamina insieme alla tiramina e all’ efedrina, è un simpaticomimetico ad azione indiretta. Stimola il SNC.
Agisce: promuovendo il rilascio di monoamine (soprattutto dopamina e noradrenalina) dalle terminazioni nervose del cervello, inibendo la ricaptazione e inibendo sebbene debolmente le MAO.
In acuto: provoca euforia ed eccitazione; in seguito a somministrazione e.v. può essere così intensa che viene definita “orgasmica”.
Gli effetti sono:
- sprezzo del pericolo;
- sensazione di superiorità;
- iperattività e loquacità;
- aumento del desiderio sessuale;
- riduzione della fatica e della fame.
Effetti simpaticomimetici periferici:
- aumento della pressione arteriosa e l’inibizione della motilità gastrointestinale.
- Complessivamente si ha un aumento delle prestazioni.
TOLLERANZA E DIPENDENZA
L’effetto stimolatorio dura poche ore ed è seguito da depressione e ansia. La tolleranza agli effetti stimolatori si sviluppa rapidamente sebbene gli effetti simpaticomimetici periferici possono persistere.
I soggetti che ne fanno uso, tendono ad aumentare le dosi per ottenere gli stessi livelli di euforia ma aumentando le dosi e assumendola per giorni consecutivi può insorgere una psicosi da anfetamina: il soggetto presenta un comportamento stereotipato (es. pulire le scarpe) e psicotico che assomiglia ad un attacco acuto di schizofrenia con allucinazioni accompagnato da sintomi di paranoia e comportamento aggressivo. L’uso cronico per via e.v inoltre può indurre anche l’arterite necrotizzante in numerose arterie di piccolo e medio calibro e portare anche ad emorragie cerebrali fatali o insufficienza renale. Il sovradosaggio di anfetamine sono raramente fatali. Dopo giorni di somministrazione dell’anfetamina, segue un periodo di sonno profondo e al risveglio il paziente si sente ansioso, depresso (a volte con istinti suicidi) ed affamato. Questi effetti ritardati possono essere risultato della deplezione delle normali riserve di noradrenalina e dopamina.
DIPENDENZA
Non si verifica una vera e propria sindrome da astinenza fisica come avviene per esempio per gli oppiacei. La dipendenza da anfetamine sembra essere una conseguenza dello spiacevole effetto ritardato e del ricordo insistente dello stato di euforia che porta il desiderio di un’altra dose (forte dipendenza psicologica).
Si stima che solo il 5% degli utilizzatori progredisca fino ad una dipendenza totale.
USO CLINICO
Le anfetamine possono essere utili nel trattamento della narcolessia e anche paradossalmente nel controllo dei bambini ipercinetici. Non sono più usate nella soppressione dell’appetito a causa del rischio di ipertensione polmonare.