Artrite Psoriasica: le cause, i sintomi e il trattamento
Che cos’è artrite psoriasica?
L’artrite psoriasica (APs) è un’ artropatia infiammatoria cronica associata alla psoriasi, che può interessare le articolazioni periferiche, la colonna e le entesi, ed è caratterizzata da diverse manifestazioni cliniche e da un decorso variabile. L’artrite psoriasica appartiene al gruppo delle spondiloartriti, per la comune associazione HLA e per le caratteristiche cliniche e immunopatologiche. E’ clinicamente, geneticamente ed immunoistologicamente distinta dall’ artrite reumatoide. Interessa frequentemente e a volte esclusivamente le articolazioni interfalangee distali delle mani e dei piedi, queste manifestazioni sono spesso associate alla psoriasi delle unghie. Inoltre, le lesioni articolari hanno un carattere distruttivo particolare (artrite mutilante). La spondiloartrite è frequente (25-35% dei casi di artrite psoriasica).
Epidemiologia
L’artrite psoriasica colpisce dal 6 al 39% dei soggetti affetti da psoriasi, con uguale rapporto maschi/femmine e con un’età media di insorgenza di 30-40 anni. Nella maggior parte dei casi l’ affezione cutanea precede l’artrite, nel 15% dei casi l’esordio è contemporaneo.
Eziologia
L’eziologia dell’artrite psoriasica non è nota. La malattia si sviluppa quando, su un soggetto geneticamente predisposto, agiscono fattori scatenanti, quali traumi fisici, psichici, diete, farmaci e infezioni.
Fattori genetici: più del 40% dei pazienti con artrite psoriasica ha un parente di primo grado con psoriasi o artrite psoriasica, e ciò indica una forte associazione genetica. Inoltre, un’ aumentata frequenza di psoriasi e artrite psoriasica è stata documentata nei gemelli monozigoti e dizigoti.
Fattori ambientali: infezioni virali e batteriche e traumi sono stati suggeriti quali fattori causali nello sviluppo dell’artrite psoriasica.
Fattori immunologici: i meccanismi che stanno alla base dell’infiammazione che accompagna l’artrite psoriasica non sono completamente definiti, ma numerose evidenze indicano come la patogenesi sia mediata dal sistema immune.
Quali sono i sintomi dell’artrite psoriasica?
Si distinguono, secondo la classificazione di Moll e Wright, cinque forme o subset:
- Oligoartrite asimmetrica
- Forma classica forma mutilante
- Poliartrite simmetrica simil-reumatoide
- Spondilite
Oligoartrite asimmetrica
Rappresenta la varietà più frequente all’esordio. Colpisce le articolazioni metacarpofalangee e interfalangea di mani e piedi, ginocchia e caviglie, con distribuzione asimmetrica. Sono presenti dolore spontaneo, alla pressione e al movimento, calore, tumefazione delle articolazioni coinvolte e rigidità mattutina. Tipici sono la dattilite, o “dito a salsicciotto”, dovuto all’edema infiammatorio delle parti molli del dito prevalentemente i tendini flessori e l’artrite monodigitale, data dall’associazione di dattilite, artrite delle articolazioni interfalangee prossimali e distali dello stesso dito.
Forma classica( 0-4%)
Con impegno predominante delle articolazioni interfalangee distali (IFD), raramente colpita da altre forme di attriti e che può porre problemi di diagnosi differenziale con l’artrite erosiva delle mani. In genere è oligarticolare, si associa a onicopatia ed è più frequente nel maschio.
Poliartrite simmetrica simil-reumatoide
Nel decorso della malattia è la forma più frequente. Simile all’artrite reumatoide dalla quale tuttavia si differenzia per la minore estensione del numero delle articolazioni colpite, un maggiore coinvolgimento della colonna e una minore evolutività.
Spondilite
Simile alla spondilite anchilosante, si differenzia per la minore estensione del coinvolgimento del rachide e per la sacroileite ed è prevalentemente monolaterale.
Esami di laboratorio
Gli esami di laboratorio mostrano in genere nelle fasi di attività della malattia un aumento dei reattanti di fase acuta (VES e PCR). Può essere presente iperuricemia che correla con la severità del quadro cutaneo e riflette il rapido turnover cellulare.
Come si fa diagnosi di artrite psoriasica?
La diagnosi si basa essenzialmente sulla clinica (segni di infiammazione a carico delle articolazioni o dei tendini, presenza di psoriasi cutanea, psoriasi delle unghie) e la storia clinica (storia di psoriasi nei familiari di I grado).
Comunemente i criteri utilizzati fanno riferimento agli item del gruppo di studio per l’artrite psoriasica CASPAR, diagnosi che prendono in considerazione la presenza di artrite, spondilite o entesita, i seguenti parametri sulla base del loro punteggio:
– Psoriasi (in corso, riferita e diagnosticata in precedenza, in un parente di 1° e 2°)
– Lesioni alle unghie
– Fattore reumatoide negativo
– Dattilite
– Alterazioni radiografiche.
La terapia
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)
Attualmente rappresentano l’opzione terapeutica di prima linea. In pazienti con malattie lievi possono avere un ruolo, riducendo il dolore, la rigidità e la tumefazione articolare.
Corticosteroidi
Il loro impiego, per via sistemica sia intrarticolare va limitato a casi selezionati e comunque non andrebbero usati cronicamente.
Farmaci anti-reumatici che modificano la malattia (DMARD
Sono farmaci di scelta nel trattamento delle forme moderate-severe con prevalente impegno articolare periferico.
Farmaci biotecnologici
La terapia con farmaci biotecnologici ha rivoluzionato l’evoluzione dell’artrite psoriasica.
Si tratta di proteine che agiscono bloccando l’attività di un messaggero chimico nell’organismo. A differenza delle terapie sistemiche convenzionali che esplicano un’azione più generalizzata sulla funzione immunitaria, gli agenti biologici sono diretti contro parti specifiche del sistema immunitario associate alla malattia. Possono essere somministrati mediante iniezione
sottocutanea o infusione endovenosa.
Che cos’è il Secukinumab e caratteristiche generali
Si tratta del primo anticorpo approvato nel trattamento di prima linea della psoriasi a placche da moderata a severa, quando è richiesta una terapia sistemica. L’indicazione terapeutica è stata approvata dalle autorità sanitarie sulla base degli studi clinici nei quali il farmaco ha dimostrato il raggiungimento e il mantenimento di una cute esente, quasi, da lesioni in 8 pazienti su 10. Avere la pelle pulita dalle lesioni è l’esigenza primaria espressa dai pazienti. Grazie all’introduzione in Italia del secukinumab si può adesso raggiungere l’importante obiettivo di Novartis per offrire ai
pazienti una migliore qualità di vita. Questo anticorpo monoclonale totalmente umano neutralizza selettivamente l’interleuchina-17A. Tra i risultati più significativi emerge come l’efficacia del secukinumab si mantenga nel tempo fino a 3 anni secondo le dichiarazioni del professor Giampiero Girolomoni, presidente SIDeMaST e professore ordinario dermatologia dell’Università di Verona.
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