Carbonchio o antrace
Definizione
Il carbonchio è un’infezione causata dal batterio “Bacillus anthracis”, che è un grosso bacillo immobile, gram-positivo, aerobio, sporigeno e capsulato. La trasmissione si ha per contatto diretto con animali infetti (ovini, bovini, cavalli, capre), o indirettamente con materiale contaminato (lana, cuoio, crine, foraggio infetto, terra contaminata da escrementi), più raramente per inalazione di spore o ingestione di carne contaminata insufficientemente cotta.
Dove si trova l’Antrace?
L’antrace è una malattia infettiva causata dal batterio Bacillus anthracis. Questo batterio si trova naturalmente nel suolo e può essere trovato in tutto il mondo. Tuttavia, l’antrace è più comune nelle regioni agricole, dove gli animali sono più esposti al batterio.
Le regioni con un’incidenza più alta di antrace includono:
- America centrale e meridionale
- Europa orientale
- Africa sub-sahariana
- Asia centrale e sud-occidentale
- Caraibi
In Italia, l’antrace è una malattia rara. Tuttavia, sono stati segnalati casi sporadici di antrace negli animali e nell’uomo.
L’antrace può essere trasmessa all’uomo attraverso tre vie principali:
- Inalazione: l’inalazione di spore di antrace può causare la forma polmonare di antrace, che è la forma più grave della malattia.
- Contatto con la pelle: il contatto con la pelle con tessuti infetti da antrace, come lana, pelo o carne, può causare la forma cutanea di antrace.
- Ingestione: l’ingestione di cibo o acqua contaminati da antrace può causare la forma gastrointestinale di antrace.
L’antrace è una malattia curabile, ma il trattamento deve essere iniziato precocemente per essere efficace.
Epidemiologia
Il carbonchio agricolo è molto raro nei paesi industrializzati a causa delle misure profilattiche adottate. Si osserva ancora nei lavoratori delle industrie di trattamento di materiali di animali contaminati provenienti da alcune regioni dove il carbonchio animale è ancora endemico (medio-Oriente, Asia,Caraibi).
Quali sono i sintomi del carbonchio?
- Periodo di incubazione: varia da 12 ore a 5 giorni.
- Pustola maligna: localizzata più spesso sul viso, sul collo o sulle mani. All’inizio la lesione assomiglia ad una puntura di insetto con erosione su base eritematosa, in qualche ora si estende; la punta diventa bruna circondata da un anello rosso vivo; alcune vescicole compaiono il giorno dopo alla periferia della papula ed il giorno seguente diventano rosse o bluastre, si rompono e ne fuoriesce un liquido emorragico. Il centro depresso della papula si ulcera e diventa nero il terzo quarto-giorno. La pustola è pruriginosa, ma indolore, non suppura e si sviluppa un edema; si può osservare una sovrainfezione, ad esempio impetiginosa. I sintomi generali possono essere più o meno evidenti nausea vomito, cefalea, dolori articolari e febbre poco elevata.
- Edema maligno: invece di una lesione ben delimitata si ha un’ulcerazione superficiale con i margini bluastri e un edema che si estende rapidamente. Questa forma si localizza soprattutto nel tessuto della congiuntiva palpebrale, della mano, del collo, talvolta delle mucose.
- Forma polmonare: causata da inalazione di polveri contenenti spore (malattia dei cardatori di lana), questa forma si manifesta con focolai di infiltrazione polmonare o con una broncopolmonite.
- Forma gastrointestinale: causata dall’ ingestione di carne contaminata insufficientemente cotta, questa forma provoca vomito persistente, stipsi e talvolta segni di peritonite.
- Forma meningea: sindrome meningea atipica.
Esami di laboratorio
Il bacillo del carbonchio è visibile al microscopio a debole ingrandimento su vetrini colorati con il metodo Giemsa. Si esamina il liquido delle vescicole, l’espettorato, il liquido cefalorachidiano e il sangue.
Terapia
L’infezione può essere curata con antibiotici e quelli di prima scelta sono la penicillina, la doxiciclina e i fluorochinolonici. Il trattamento, per essere efficace, deve però essere tempestivo e iniziare immediatamente dopo il contagio.
Prognosi
Nelle forme cutanee trattate, la mortalità è quasi nulla, rimane elevata nelle forme polmonari non trattate.
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