SALUTE

Clamidia (chlamydia): che cos’è e come si cura




Che cos’è la clamidia?

La clamidia è un’infezione sessualmente trasmissibile (IST) causata da un batterio chiamato Chlamydia trachomatis. È una delle IST più comuni al mondo. La clamidia può colpire sia gli uomini che le donne, e può essere trasmessa attraverso rapporti sessuali non protetti (vaginali, anali o orali) con una persona infetta. La clamidia può essere asintomatica, il che significa che molte persone infette potrebbero non presentare sintomi evidenti. Tuttavia, anche se non si manifestano sintomi, l’infezione può causare danni a lungo termine agli organi riproduttivi, come l’infiammazione delle tube di Falloppio nelle donne o l’infiammazione della prostata negli uomini. La clamidia può essere trasmessa da madre a figlio durante la gravidanza, il parto o l’allattamento. La trasmissione verticale della clamidia può causare complicazioni sia per la madre che per il neonato. Trasmissione durante la gravidanza: se una donna è infetta da clamidia durante la gravidanza, il batterio può passare al feto attraverso la placenta. Questo può causare infezioni nell’utero e potenziali complicazioni come aborto spontaneo, parto prematuro o basso peso alla nascita. Trasmissione durante il parto: se una donna ha un’infezione da clamidia durante il parto, il batterio può essere trasmesso al neonato durante il passaggio attraverso il canale del parto. Ciò può portare a infezioni agli occhi (congiuntivite) o all’apparato respiratorio del neonato. Trasmissione durante l’allattamento: se una madre infetta allatta al seno, il batterio può essere trasmesso al neonato attraverso il contatto con il latte materno. Questo può portare a infezioni dell’apparato respiratorio o degli occhi nel neonato.

 

 

 

Quali sono le cause della clamidia?

La clamidia è causata da un batterio chiamato Chlamydia trachomatis. La trasmissione della clamidia avviene principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti, inclusi rapporti vaginali, anali o orali, con una persona infetta. Il batterio può essere trasmesso attraverso il contatto diretto con le mucose genitali infette, le secrezioni vaginali o del pene, o il liquido seminale infetto.

Le principali cause della clamidia includono:

1. Rapporti sessuali non protetti: il principale fattore di rischio per contrarre la clamidia è l’avere rapporti sessuali non protetti con una persona infetta. L’uso corretto e coerente del preservativo può ridurre significativamente il rischio di contrarre o trasmettere l’infezione.

2. Partner sessuali multipli: avere rapporti sessuali con più partner aumenta il rischio di entrare in contatto con una persona infetta e contrarre la clamidia.

3. Età: i giovani sessualmente attivi, tra i 15 ei 24 anni, sono più suscettibili di contrarre la clamidia rispetto ad altre fasce d’età.

4. Storia di infezioni sessualmente trasmissibili precedenti: le persone che hanno avuto infezioni sessualmente trasmissibili in passato hanno un maggior rischio di contrarre l’infezione.

5. Storia di clamidia: essere stati precedentemente infettati da clamidia aumenta il rischio di reinfezione se si hanno rapporti sessuali non protetti con una persona infetta.

 

 

 

Quali sono i sintomi della clamidia?

Clamidia: sintomi nella donna

I sintomi della clamidia nelle donne possono essere lievi o assenti, ma quando si manifestano, possono includere:

1. Perdite vaginali anomale: un aumento del flusso vaginale, che può essere di colore bianco, giallo o verde e avere un odore sgradevole.

2. Dolore o bruciore durante la minzione: sensazione di bruciore o dolore quando si urina.

3. Dolore addominale o pelvico: dolore o disagio nella parte inferiore dell’addome o nella regione pelvica.

4. Dolore durante i rapporti sessuali: dolore durante i rapporti sessuali, noto come dispareunia.

5. Sanguinamento anomalo: sanguinamento tra i periodi mestruali o un aumento delle mestruazioni.

6. Prurito o irritazione vaginale: sensazione di prurito o irritazione nella zona vaginale.

Conseguenze della Clamidia nella donna

La clamidia non trattata nelle donne può portare a una serie di complicazioni e conseguenze a lungo termine. Alcune delle principali conseguenze della clamidia nella donna includono:

1. Infiammazione delle tube di Falloppio (salpingite): la clamidia può salire dall’utero alle tube di Falloppio, causando un’infiammazione chiamata salpingite. Questa condizione può causare danni permanenti alle tube di Falloppio, aumentando il rischio di infertilità e di gravidanza ectopica (quando l’embrione si sviluppa all’esterno dell’utero).

2. Infertilità: l’infiammazione delle tube di Falloppio causata dalla clamidia può ostruire o danneggiare le tube stesse, rendendo difficile il passaggio degli ovuli fertilizzati verso l’utero. Ciò può portare a problemi di fertilità e difficoltà nel concepimento.

3. Gravidanza ectopica: la clamidia aumenta il rischio di gravidanza ectopica, in cui l’embrione si impianta e si sviluppa al di fuori dell’utero, di solito nelle tube di Falloppio. Questa condizione è grave e può causare gravi complicazioni, come la rottura delle tube e il sanguinamento interno, mettendo a rischio la vita della donna.

4. Malattia infiammatoria pelvica (MIP): è una delle principali cause della malattia infiammatoria pelvica, una grave infezione dell’apparato riproduttivo femminile che coinvolge l’utero, le tube di Falloppio e le ovaie. La MIP può causare cicatrici, dolore cronico, infertilità e aumenta il rischio di gravidanza ectopica.

5. Infezioni urinarie ricorrenti: le donne con clamidia non trattata possono essere più suscettibili alle infezioni urinarie ricorrenti, a causa del danneggiamento dell’apparato riproduttivo e della flora batterica alterata.

È importante sottolineare che queste complicazioni possono essere evitate con una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo della clamidia. 


Clamidia: sintomi nell’uomo

Nell’uomo, la clamidia può manifestarsi con sintomi lievi o essere completamente asintomatica. Tuttavia, quando si verificano, i sintomi comuni della clamidia negli uomini possono includere:

1.  Perdite uretrali: sierose o lattiginose 

2. Bruciore o dolore durante la minzione: sensazione di bruciore o dolore durante la minzione.

3. Dolore o gonfiore dei testicoli: raramente, la clamidia provoca: infiammazione, ingrossamento e dolore ai testicoli.  

4. Dolore durante i rapporti sessuali: dolore durante i rapporti sessuali, noto come dispareunia.

5. Prurito o irritazione del pene: sensazione di prurito o irritazione nella zona del pene.

Molte persone infette da clamidia, compresi gli uomini, possono non presentare alcun sintomo evidente. 

Conseguenze della Clamidia nell’uomo

Nell’uomo, la clamidia non trattata può portare a una serie di complicazioni e conseguenze a lungo termine. Alcune delle principali conseguenze della clamidia nell’uomo includono:

1. Epididimite: la clamidia può causare un’infiammazione dell’epididimo, il tubulo che trasporta lo sperma dai testicoli all’uretra. Questa condizione, chiamata epididimite, può causare dolore, gonfiore e sensibilità ai testicoli.

2. Infertilità: l’infiammazione causata dalla clamidia può danneggiare o bloccare i tubuli che trasportano lo sperma, portando a problemi di fertilità.

3. Prostatite: in alcuni casi, l’infezione da clamidia può diffondersi alla prostata, causando un’infiammazione chiamata prostatite. Questa condizione può causare dolore nella zona pelvica, minzione frequente e difficoltà a urinare.

4. Orchite: può causare un’infiammazione dei testicoli chiamata orchite. Questa condizione può causare gonfiore, dolore e sensibilità dei testicoli.

 

 

 

Diagnosi

La diagnosi della clamidia viene effettuata attraverso alcuni test specifici. Ecco i principali metodi di diagnosi:

1. Test di laboratorio: il metodo più comune per diagnosticare la clamidia è tramite un test di laboratorio che analizza un campione prelevato dalla zona interessata. Per le donne, può essere richiesto un campione di secrezioni vaginali o cervicali, mentre per gli uomini, un campione di secrezioni uretrali o dell’uretra. Il campione viene poi esaminato per rilevare la presenza del batterio Chlamydia trachomatis, responsabile dell’infezione.

2. Test di amplificazione del DNA: questo tipo di test utilizza la tecnologia del PCR (Polymerase Chain Reaction) per amplificare e rilevare il DNA del batterio Chlamydia trachomatis nel campione. È un test molto sensibile e specifico per la clamidia.

3. Test rapido: esistono anche test rapidi, chiamati test diagnostici a flusso laterale (LFD), che possono essere eseguiti in pochi minuti e forniscono un risultato immediato. Questi test utilizzano un campione di secrezione prelevato dalla zona interessata e rilevano la presenza di antigeni del batterio Chlamydia trachomatis.

 

 

 

Come si cura la clamidia?

La clamidia può essere curata con l’uso di antibiotici. Il trattamento standard per la clamidia prevede solitamente l’uso di antibiotici come azitromicina o doxiciclina. È importante seguire attentamente le indicazioni del medico e completare l’intero ciclo di antibiotici prescritti, anche se i sintomi scompaiono prima.

Ecco alcune informazioni generali sul trattamento della clamidia:

1. Antibiotici: il medico prescriverà un antibiotico appropriato per trattare l’infezione da clamidia. Può essere somministrato in forma di pillola o, in alcuni casi, tramite iniezione. È importante seguire attentamente le istruzioni del medico e prendere l’antibiotico come prescritto.

2. Partner sessuale: è essenziale informare tutti i partner sessuali recenti affinché possano essere testati e, se necessario, trattati per la clamidia. Ciò aiuta a prevenire la reinfezione e la diffusione dell’infezione ad altre persone.

3. Astinenza sessuale: durante il trattamento della clamidia, è consigliabile astenersi dai rapporti sessuali o utilizzare il preservativo correttamente per prevenire la trasmissione dell’infezione.

4. Test di controllo: dopo aver completato il trattamento, è consigliabile sottoporsi a un test di controllo per confermare la guarigione. In alcuni casi, potrebbe essere necessario ripetere il trattamento se l’infezione persiste.

Anche se i sintomi possono scomparire dopo il trattamento, è comunque possibile trasmettere l’infezione per un certo periodo di tempo. Pertanto, è fondamentale seguire le indicazioni del medico e adottare precauzioni durante i rapporti sessuali fino a quando non si conferma la completa guarigione.

 

 

 

 

 

 

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