Epatite A (HAV)
Che cos’è l’epatite A ?
L’epatite A è causata da un virus a RNA della famiglia delle picornaviridae. Non ha effetto citopatico diretto e il danno epatico sembrerebbe causato dalla risposta immune, mediata da anticorpi circolanti e dai linfociti T citotossici CD8+ HAV specifici in grado di provocare la lisi degli epatociti infettati. Si tratta di un un virus termostabile, resistente agli acidi e, soprattutto, all’attacco della bile, essendo privo di rivestimento lipidico, caratteristica questa che rende possibile la trasmissione fecale-orale. Viene inattivato dall’ebollizione per circa 1 minuto, dalla formaldeide, dal cloro e dall’esposizione ai raggi ultravioletti. Tutti i soggetti che hanno contratto il virus HAV, una volta sconfitta la patologia, risultano immunizzate dal virus in maniera permanente.
Quanto è diffuso il virus dell’epatite A?
Il virus dell’epatite A viene eliminato con le feci e il massimo titolo viene raggiunto due settimane prima e una dopo l’insorgenza della malattia. Pertanto dal punto vista epidemiologico, la modalità di trasmissione è quella oro-fecale attraverso l’ingestione di acqua e/o cibi contaminati da feci umane, succhi o alimenti crudi o non sufficientemente cotti (insalate, frutta non sbucciata, frutti di mare, cubetti di ghiaccio). L’infezione da HAV ha diffusione ubiquitaria e si può manifestare in forma sia sporadica sia epidemica; ed è largamente influenzata dalle condizioni igienico-sanitarie essendo più frequente nelle regioni a basso livello socio-economico: in tali aree geograficamente (Africa, America Meridionale, Sud-Est Asiatico) la gran parte delle infezioni viene contratta dai bambini (spesso asintomatica); per contro nei paesi a più alto tenore di vita (America del Nord e Nord Europa), l’infezione è più frequente tra i giovani e gli adulti. I fattori di rischio principali sono in viaggi in zone endemiche e il consumo di frutti di mare e cibi infetti.
Come si diagnostica l’epatite A?
La diagnosi dell’epatite A si effettua attraverso semplici esami del sangue o delle feci, o, nella fase sintomatica, attraverso una visita medica. Determinazione delle IgM anti-HAV nei campioni di siero prelevati in fase acuta o all’inizio della fase di convalescenza.
Quali sono i sintomi dell’epatie A?
I sintomi dell’epatite A si manifestano tipicamente dopo alcune settimane dall’infezione.
I sintomi principali sono:
- Affaticamento
- Nausea, vomito e perdita di appetito
- Dolori e disagio addominale, specialmente nell’area del fegato.
- Ingiallimento di occhi e pelle (ittero)
- Urine di colore scuro
- Febbre leggera e dolori muscolari.
Prognosi
Guarigione in 6-12 mesi, senza sequele cliniche; una piccola percentuale di pazienti presenta una o due recidive clinicamente e sierologicamente evidenti; in alcuni casi si può verificare una colestasi marcata, che suggerisce un’ ostruzione biliare; i decessi sono rari (epatite fulminante); non esiste lo stato di portatore cronico.
Prevenzione
L’epatite A può essere prevenuta mediante vaccinazione. È disponibile un vaccino virus (vivo attenuato in coltura e inattivato con formaldeide) da somministrare in due dosi distanziate di 6-12 mesi; la risposta vaccinale è elevata e oltre il 95% degli adulti sviluppa anticoprpi anti-HAV un mese dopo la prima dose di vaccino. La vaccinazione è consigliata ai soggetti non immuni che si recano in zona ad elevata endemia, militari, personale ospedaliero, ai lavoratori affetti al trattamento dei rifiuti liquidi. Anche i soggetti affetti da epatopatia cronica.
Trattamento
Non esistono trattamenti specifici per l’epatite A. Nella grande maggioranza dei casi, la patologia recede spontaneamente in un paio di mesi, senza lasciare alcun danno permanente al fegato. E’ consigliabile una dieta equilibrata e un relativo riposo durante la fase sintomatica. È utile anche astenersi dall’assunzione di alcolici.
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