Gonorrea: contagio, sintomi e terapia
Definizione
L’ infezione da Neisseria gonorrhoeae causa una serie di patologie quali uretrite, la cervice uterina, la malattia infiammatoria pelvica, l’oftalmite del neonato e la forma disseminata. È una malattia infettiva universalmente diffusa che in epoca preantibiotica era aggravata da una elevata morbilità e mortalità.
Eziologia
Neisseria gonorrhoae è un diplococco aerobio gram-negativo intracellulare. Alcuni fattori di virulenza, quali i pili e le proteine denominate Opa proteins, permettono al microrganismo di aderire alla superficie della mucosa e di inibire la fagocitosi dei neutrofili favorendo la sopravvivenza intracellulare.
Epidemiologia
Anche se in diminuzione, l’incidenza della malattia rimane alta, essendo la seconda causa di uretrite acuta e la seconda malattia infettiva trasmissibile notificabile negli Stati Uniti. I fattori di rischio sono i rapporti sessuali non protetti con più partner (sia eterosessuali sia omosessuali) e un basso livello socio-economico. Nei paesi in via di sviluppo si calcola che con l’inizio dell’attività sessuale un individuo su due sia colpito da gonorrea. L’infezione sintomatica è più frequente nei maschi ma le complicanze si osservano esclusivamente nel sesso femminile (malattia infiammatoria pelvica, gravidanze ectopiche o infertilità).
La fascia di età più colpita è quella dei giovani adulti.
Manifestazioni cliniche
Nel maschio la forma clinica più frequente è l’ uretrite
gonococcica che si manifesta dopo 2-8 giorni dal contagio
con disuria e secrezione uretrale profusa, inizialmente lattescente
e poi purulenta, di colore giallo verdastro. Nella donna i siti più comunemente colpiti dall’ infezione sono l’endocervice (80 90%) seguita dall’uretra, dal retto e dal faringe, frequentemente l’infezione è paucisintomatica presentandosi con dolore durante il rapporto sessuale (dispareunia), secrezioni vaginali purulente e disuria. Se l’infezione è completamente asintomatica è più frequente un’evoluzione verso la malattia infiammatoria pelvica, che si manifesta con dolori addominali, febbre e leucorrea.
Una possibile complicanza è la bartolinite, caratterizzata da tumefazione dolente monolaterale delle grandi labbra. Inoltre, in entrambi i sessi si possono osservare
le seguenti localizzazioni.
Faringite gonococcica: faringotonsillite di solito monolaterale con secrezione purulenta e linfoadenopatia laterocervicale satellite.
Proctite gonococcica: più frequente nelle donne e nei maschi omosessuali; può essere asintomatica o presentarsi con tenesmo e secrezioni rettali purulente.
Congiuntivite gonococcica: quadro clinico del neonato che contrae l’infezione durante il passaggio attraverso il canale del parto ma può essere osservata anche nell’adulto in seguito ad autoinoculazione. È una forma grave, purulenta, che, se non trattata, evolvere rapidamente verso una panoftalmite con perdita della funzione visiva.
Infezione disseminata con artrite gonococcica: frequente in epoca preantibiotica attualmente ormai rara. Insorge in conseguenza di una disseminazione ematogena del germe e colpisce più frequentemente i soggetti con deficit del complemento.
La malattia presenta una prima fase caratterizzata da febbre alta
e atralgie migranti delle grandi articolazioni e comparsa di lesioni cutanee dolorose, maculopapulose, a volte con un componente emorragica o pustolosa. La seconda fase è costituita da artriti settiche che coinvolgono tipicamente il ginocchio, mentre le
lesioni cutanee scompaiono.
Diagnosi
La diagnosi si basa sull’identificazione microscopica o sull’ isolamento colturale del germe nei liquidi biologici coinvolti nell’infezione (secrezioni genitali, liquido sinoviale, liquido congiuntivale, sangue, tampone faringeo). Il sistema più rapido
è la colorazione di Gram nel materiale strisciato sul vetrino che evidenzia la presenza di diplococchi gram-negativi.
La sensibilità è del 90- 98% in pazienti sintomatici e del 60%
in pazienti asintomatici nei quali è da preferire l’esame colturale.
Non sono disponibili test sierologici.
Prognosi
La prognosi è buona nelle forme genitali ma può essere estremamente severa nelle forme disseminate e in quelle neonatali, attualmente rare.
Terapia
La terapia della gonorrea nelle forme non complicate prevedeva, fino al 2009, l’impiego delle cefalosporine di terza generazionein dose singola anche per os ma l’emergenza dei ceppi resistenti ha modificato le indicazioni terapeutiche. L’ultimo aggiornamento dei CDC di Atlanta infatti consiglia sempre l’associazione di ceftriaxone. La terapia con chinoloni è attualmente fortemente sconsigliata per la diffusione di ceppi resistenti. Nei soggetti allergici alle β-lattamine può essere utilizzata la spectinomicina
in singola dose. E’ consigliabile controllare il paziente dopo tre mesi per verificare l’eradicazione dell’infezione. Si raccomanda il trattamento dei partner avuti nei precedenti 60 giorni e un’astinenza sessuale di almeno 7 giorni dall’inizio della terapia.