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Insonnia dei bambini


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      Insonnia dei bambini

I bambini soffrono d’insonnia?

 

Non sono soltanto gli adulti a soffrire di insonnia. Anche i bambini possono soffrire d’insonnia e trascorrere notti senza dormire, tanto che il 30% dei piccoli nei primi 3 anni di vita va soggetto a un disturbo del sonno, percentuale che scende al 15% dopo i tre anni.

 

Quanto è importante il sonno per i bambini?

 

Il sonno è fondamentale per la salute dei bambini; in particolare è determinante per l’efficienza del loro sistema immunitario. La sua mancanza, oltre ad interferire con i processi di crescita, produce molti effetti negativi sulla concentrazione, sulla capacità di decisione, impedisce il consolidamento della memoria con ripercussioni negative sull’apprendimento. Questi dati sono confermati da diverse ricerche scientifiche americane: esse dimostrano che il rendimento scolastico dei ragazzi che dormono meno di 7 ore per notte sia di gran lunga superiore a quello di coloro che dormono soltanto 5 ore per notte​.

 

Quanto dormono i nostri ragazzi?

Molto poco. In Italia circa il 45% dei ragazzi di età inferiore ai 20 anni dorme in media 4-5 ore a notte, mentre soltanto il 10% riposa  con regolarità.

Perché i bambini e i ragazzi dormono poco?

La causa è molto spesso  una cattiva gestione del sonno da parte dei genitori. Una volta i bambini andavano a dormire dopo il famoso Carosello, cioè dopo le nove di sera, mentre adesso hanno il permesso di restare svegli fino a tarda sera;oppure sono portati fuori casa come se fossero adulti, con pericolose ripercussioni sul ritmo sonno-veglia. Invece, a volte, alcuni disturbi provocano l’insonnia.

Quali sono le cause dell’insonnia infantile?

 

Tra le principali cause dell’ insonnia in età pediatrica vi sono disturbi respiratori notturni:

  • un terzo dei bambini di età compresa tra i 2 e i 6 anni ha un russamento occasionale;
  •  il 15% russa abitualmente
  • il 25 % ha apnee morfeiche ostruttive che ostruiscono in modo più o meno prolungato le vie aeree;
  • anche il sonnambulismo è frequente: ne soffrono il 12-13% dei bambini intorno ai 9-10 anni e il 6-7 percento dei bambini dai 6 agli 8 anni, in genere nella prima parte del sonno. Il disturbo scompare con la crescita.
  • Quando il bambino fatica ad addormentarsi potrebbe soffrire, invece, della cosiddetta sindrome delle gambe senza riposo, che colpisce il 2% del bambini e adolescenti tra i 5 e 17 anni: si tratta di un’irrequietezza motoria che costringe a continui movimenti delle gambe e ad alzarsi dal letto e camminare, generando insonnia.

 

La tecnologia può favorire l’insonnia?

Una delle cause principali dell’insonnia, non soltanto degli adolescenti ma anche dei bambini in età scolare, è proprio utilizzo eccessivo degli apparecchi elettronici. Da una parte stimolano i centri della veglia e dunque ostacolano  l’addormentamento, dall’altra la luce che emettono blocca il rilascio della melatonina, l’ormone in grado di regolare il ciclo sonno-veglia.

 

Quanto deve dormire un bambino?

 

Per un bambino 10 ore sono il tempo ideale. Per un adolescente possono essere sufficienti 8-9 ore. E’ molto importante non dormire meno, perché la privazione del sonno che colpisce chi va a letto troppo tardi provoca una riduzione del sonno profondo che, come sappiamo non incide non soltanto sulle capacità cognitive e sulla memoria ma provoca anche un aumento del desiderio di grasso e di zuccheri.

 

E’ importante il sonnellino pomeridiano?

 

E’ molto importante che i bambini piccoli in età da  asilo dormano nel pomeriggio. E’ un’esigenza naturale che consente loro di essere più svegli e più efficienti  nelle ore pomeridiane successive. Però il sonnellino non deve durare più di mezz’ora per non avere un influsso negativo sull’ addormentamento serale e per non rischiare che i piccoli rimangano svegli fino alla sera tardi​.

Come si cura l’insonnia nei bambini?

Dipende dalla causa che la provoca. Per questo è importante la diagnosi, ascoltare i genitori per capire lo stile di vita dei loro figli, eventualmente, sottoporre i bambini ad alcuni accertamenti diagnostici, come la registrazione notturna del sonno. Essa si ottiene attraverso una specie di registratore dotato di sensore che rileva il comportamento del cuore, dei muscoli e del cervello del piccolo paziente. Molte volte si somministra, soltanto per poche settimane, un integratore di melatonina, l’ormone che è in grado di regolare il ciclo sonno-veglia. Ma, prima di ricorrere alla melatonina o a qualsiasi altra soluzione farmaceutica, meglio intervenire sulle abitudini del sonno dei piccoli.

 

Si può insegnare a dormire ai bambini?

I genitori dovrebbero acquisire alcune regole di igiene del sonno e poi insegnarle ai propri figli. Innanzitutto la regolarità: essi devono andare a dormire più o meno sempre alla stessa ora, in modo da rispettare l’orologio biologico interno. Il computer, il telefonino e gli schermi che utilizzano i bambini devono essere spenti almeno un’ora prima di andare a dormire, per evitare che la luce emessa dagli apparecchi elettronici disturbi il loro addormentamento. Inoltre i bambini non devono praticare attività sportiva almeno due ore prima di andare a dormire per evitare il sovraeccitamento  dei centri della veglia presenti nel cervello, che devono invece spegnersi quando i piccoli vanno a letto per facilitare il sonno. Mantenere la temperatura della cameretta del bambino al giusto tepore, cioè attorno ai 20 gradi, e, possibilmente, isolata dai rumori esterni, in modo da creare uno spazio dove i piccoli si possano abbandonare completamente al sonno.

Fare dormire i bambini nella camera o nel letto dei genitori è utile o controproducente in caso di insonnia?

Può essere utile se li aiuta a tranquillizzarsi, rilassarsi e, dunque a dormire. Però è necessario che questo non diventi un’abitudine, soprattutto con il trascorrere degli anni. I bambini devono imparare a diventare autonomi dormendo nei loro letti e nella loro camera.

Cosa fare se i bambini si svegliano durante la notte?

 

Dipende dalla loro età. Se hanno pochi mesi di vita i loro genitori devono valutare se i risvegli siano dovuti, per esempio, alla fame oppure al pannolino da cambiare. Crescendo, devono consolidare le capacità dei piccoli di riaddormentarsi da soli. Questo non vuol dire lasciarli piangere nel lettino senza intervenire ma rassicurarli facendo sentire la propria presenza, per esempio entrando nella loro camera per fare loro una carezza. Invece, se le mamme e i papà li prendono subito in braccio appena si svegliano, rischiano di ostacolare l’acquisizione dell’autonomia del sonno notturno che i bambini devono imparare ad avere.

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(Art. a cura di Roberto Pasero, Prof. Luigi Ferini-Strambi. direttore del centro di Medicina dell’Ospedale San Raffaele di Milano)

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