Ipercalcemia neoplastica
Che cos’è l’ipercalcemia neoplastica?
L’ipercalcemia neoplastica è la sindrome ectopica endocrina più frequente e probabilmente più grave nei pazienti neoplastici causata dalla produzione di sostanze PTH da parte del tumore in assenza di metastasi ossee osteolitiche oppure da interessamento osteolitico localizzato.
Quanto è diffusa l’ipercalcemia neoplastica?
L’ipercalcemia neoplastica ha un’incidenza di circa 15/ 100.000 persone/anno e si manifesta nel 10-15%Â dei pazienti neoplastici con tumore in fase avanzata.
Eziologia
Le cause principali dell’ipercalcemia neoplastica maligna sono il carcinoma della mammella (il 50% dei tumori mammari metastatici manifesta ipercalcemia), del polmone soprattutto a cellule squamose, dell’esofago, dell’utero, del rene e della vescica. L’ipercalcemia è frequente in alcune malattie ematologiche quale il mieloma multiplo, la leucemia linfatica acuta e linfomi soprattutto a espressione istiocitica.Â
Come si manifesta ipercalcemia neoplastica?
L’ipercalcemia neoplastica è spesso un riscontro laboratoristico nel corso del work up diagnostico e nel follow-up di un paziente portatore di tumore. Le manifestazioni cliniche dell’ ipercalcemia neoplastica sono in genere piuttosto sfumate e sovrapponibili. In alcuni casi, però, si possono verificare improvvisi e importanti aumenti della calcemia che si associano a sintomi gastrointestinali (anoressia, nausea, vomito, dolori addominali crampiformi, poliuria, polidipsia) e manifestazioni a carico del sistema nervoso centrale (SNC) con (letargia, sonnolenza e stato confusionale, fino al coma). In generale, la comparsa di ipercalcemia, nel follow-up di una neoplasia è un segno prognostico sfavorevole, con alcune eccezioni: infatti, il decorso sia del mieloma multiplo sia del carcinoma mammario può essere contrassegnato da episodi di ipercalcemia che però non pregiudicano la prognosi.
Terapia
La terapia è primariamente rivolta alla malattia di base. Tuttavia, quando questa è inefficace e permane l’effetto paraneoplastico (o comunque l’ipercalcemia è sintomatica o severa) devono essere istituiti i provvedimenti terapeutici con l’obiettivo di controllare e preferibilmente riportare alla norma la calcemia. Tali farmaci agiscono aumentando l’eliminazione urinaria di calcio oppure riducendo il riassorbimento osseo. La poliuria rappresenta la manifestazione sintomatica più comune dell’ipercalcemia dovuta alla compromessa capacità di concentrazione urinaria legata al l’attivazione del recettore del calcio sulla branca ascendente dell’ansa di Henle. L’attivazione di tale recettore determina il ridotto riassorbimento di sodio e cloruro nell’ansa di Henle e la ridotta capacità di concentrare le urine. Per tale motivo, questi pazienti si presentano profondamente disidratati. L’infusione e.v. di soluzione fisiologica allo 0,9% corregge la disidratazione provocata dalla poliuria e stimola l’eliminazione urinaria di calcio attraverso l’ aumentata clearance renale del sodio. Nei casi di ipercalcemia medio grave, tale trattamento è sufficiente a ripristinare i livelli normali di calcemia. I bisfosfonati impiegati nel trattamento dell’ ipercalcemia neoplastica sono il pamidronato , lo zoledronato e l’ ibandronato.
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