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L’Istat ci dice che… è tornato un po’ di ottimismo

Gli italiani tornano ad avere più fiducia nel futuro, come non succedeva da oltre 5 anni. Ci si scopre più soddisfatti della qualità della propria vita, più attenti all’ambiente circostante, e quando ci sono dei problemi, si torna a rifugiarsi negli affetti più cari, cioè la famiglia e gli amici. Sono questi dati che, sorprendentemente, emergono dal rapporto dell’Istat  riferito al 2016 in cui si parla delle aspettative, dei timori e delle speranze di chi oggi vive nella nostra penisola, tra passato e futuro.

Si è più appagati dalla vita


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Dai dati risulta che, mediamente, gli italiani oggi sono più soddisfatti della propria vita nel complesso: dal 35,1% del 2015
al 41% del 2016. La serenità e l’appagamento diminuiscono, però, con la aumentare dell’età: risultano altamente soddisfatti il 54,1% dei giovani tra 14 e 19 anni e il 34,4% degli ultra 75enni. In leggero aumento anche il numero dei “soddisfatti” della propria situazione economica, che aumenta dal 47,5% del 2015 al 50,5% del 2016. È un dato positivo, perché finalmente si registra una maggiore fiducia nel presente e nel futuro da parte delle giovani generazioni: questo significa che   i ragazzi e i giovani adulti tornano ad essere più ottimisti rispetto al lavoro, e  ai rapporti familiari di amicizia anche solo in confronto un anno fa. Con il passare degli anni, è normale che livello di soddisfazione cali:
le età più avanzate vedono sempre con un certo rimpianto i tempi passati. Del resto, il futuro è una fonte di sofferenza per gli anziani, perché guardano a quello che non potranno più fare.


La famiglia torna ad essere importante


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Le relazioni familiari si confermano la dimensione a cui corrisponde la percentuale più alta di persone soddisfatte, il 90,1% dai 14 anni e oltre, senza differenze tra uomini e donne.
Solo una quota molto piccola al 1,4% e giudica questo tipo di relazione per niente soddisfacente.
A causa di separazioni e divorzi, è cambiato il concetto di famiglia
tradizionale, ma il suo valore come centro della società, vista anche l’attenzione da parte delle coppie di fatto che si sono battute per ottenere diritti e doveri riconosciuti ai nuclei familiari.


C’è fiducia ma diffidenza negli amici


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L’ 82% degli intervistati dall’ Istat si è dichiarato molto o abbastanza soddisfatto per le relazioni di amicizia, ma al tempo stesso la maggior parte( il 78,1%) si dichiara diffidente nei confronti degli altri e solo il 19,7% ritiene che gran parte della gente è degna di fiducia.

Si è più sereni riguardo ai soldi






L’uomo destinato alla gloria non teme la povertà e la miseria, 
perché sa che nella miseria il suo ingegno diverrà genio.
Carlo Dossi







Nel 2016 aumentata la percentuale di coloro “abbastanza
soddisfatti” della situazione economica, soprattutto rispetto all’anno simbolo della crisi, il 2008. Il miglioramento riguarda entrambi  i generi sebbene sia  più marcato per gli uomini, soprattutto tra i 35  e i 44 anni e, in particolare se lavoratori in proprio. L’ agiatezza economica permette di risolvere problemi essenziali come pagare l’affitto. Ma studi scientifici confermano che il denaro non dà la vera felicità, soprattutto se a esso si legano tutte le soddisfazioni e le aspettative. Porsi obiettivi sempre più alti può portare miglioramenti, ma anche insoddisfazioni.

Ci si sente abbastanza bene


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L’ 81,2% degli individui dai 14 anni in su esprime un giudizio positivo sulle proprie condizioni di salute, un dato che si conferma simile a quello del 2015. Sono maggiormente soddisfatti gli uomini rispetto alle donne, i giovani rispetto agli anziani e le persone che abitano al centro nord rispetto a chi risiede al Sud.
È normale che le persone più giovani siano più soddisfatte del proprio stato di salute perché gli anziani soffrono di malattie croniche in  misura mediamente più alta, anche se nel nostro paese le cure sono garantite a tutti. Le donne, anche se vivono di più rispetto agli uomini, dedicano poco tempo alla cura di sé e sono sempre più soggette a disturbi cardiovascolari, un tempo più diffusi nell’uomo.

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