Obesità e sovrappeso
L’obesità è una condizione multifattoriale, caratterizzata eccesso di grasso corporeo; superiore del 25% nei maschi e del 35% nelle femmine). La sua prevalenza è in aumento in tutti i paesi occidentali o nei paesi in via di sviluppo. L’aumento della prevalenza dell’obesità è stato definito dall’ OMS come una nuova epidemia. Si calcola che in Italia la prevalenza del sovrappeso sia compreso fra il 25-30% nell’infanzia e adolescenza e il 35-40% della popolazione adulta, mentre l’obesità interessi circa il 10-15% dei bambini e il 10% della popolazione adulta. In USA è stato evidenziato che circa il 50% della popolazione è obesa e che questa affezione contribuisce a 300 000 morti/anno, diventando in tal modo la seconda causa di morte potenzialmente evitabile dopo il fumo.
CLASSIFICAZIONE
A seconda dell’interesse predominante è possibile classificare l’obesità in differenti modi: per eziologia, in base a quali e quanti geni la determinano oppure per numero e dimensione degli adipociti. L’obesità iperplasica è tipicamente quella instaurata durante l’infanzia, mentre l’ipertrofica è quella propria dell’adulto.
EZIOLOGIA
L’obesità è generalmente una malattia multifattoriale, che nasce dallo squilibrio tra la spesa energetica e l’introito calorico. In rari casi è determinata da “geni maggiori”, mentre negli altri casi la predisposizione genetica collabora con fattori ambientali-culturali nel generare l’obesità. Infatti studi su famiglie e gemelli hanno determinato che circa 1/3 della varianza del peso da adulto è determinato da fattori ereditabili. L’ereditarietà dell’obesità viene stimata quindi attorno al 20-40%. L’attuale elevata prevalenza dell’obesità può essere peraltro essenzialmente attribuita a modificazioni dell’ambiente e del comportamento. In merito alle cause secondarie di obesità si ricordano quelle associate a traumi-lesioni della regione ipotalamica, a ipercortisolismo, deficit di GH, insulinoma, e pseudoipoparatiroidismo.
FATTORI GENETICI
Esistono alcune malattie, molto rare e geneticamente determinate (dismorfismi), che si associano a obesità che può essere da moderata a severa, insorgente fin dall’infanzia, in genere associata ad altre alterazioni, come il ritardo mentale, la polidattilia, l’ipogonadismo ecc... Fra queste ricordiamo le sindromi di: Prader-Willi, Laurence Moon-Biedl-Bardet, Cohen e Ahlstrom. Recentemente sono stati Inoltre identificati alcuni geni maggiori, la cui mutazione causa obesità nell’uomo. Si tratta dei geni che codificano per: leptina, recettore per la leptina, POMC, proconvertasi 1, SIMI e MC4-R. Nella maggior parte dei casi si tratta però di ereditare la predisposizione genetica all’obesità (teoria del “genotipo risparmiatore”), dove molti geni contribuiscono, insieme ai fattori ambientali, allo sviluppo della malattia. Tali geni dovrebbero, teoricamente, essere responsabili della regolazione dell’introito di cibo, della spesa energetica e della distribuzione del grasso corporeo. La teoria del genotipo risparmiatore si basa sull’idea che sia stata avvantaggiato, dal punto di vista della sopravvivenza, un soggetto altamente efficiente nell’ accumulo di tessuto adiposo e che consumi poco.
FATTORI AMBIENTALI
Molti sono i fattori intercorrenti che possono smascherare la tendenza all’ incremento ponderale nel soggetto predisposto. Fra questi sicuramente i più importanti sono i fattori dietetici e quelli comportamentali.
Fattori dietetici: per prima cosa si deve ricordare che è aumentata la disponibilità in generale di cibo, ma soprattutto nella maggior parte dei paesi occidentali e recentemente anche nei paesi in via di sviluppo, si è verificata una modificazione della dieta (da una dieta a elevato tenore di carboidrati-fibre a una dieta con elevato tenore di grassi). I lipidi alimentari in questi paesi spesso raggiungono livelli superiori al 40% (mentre dovrebbero essere <30%).
I grassi hanno due caratteristiche che fanno aumentare di molto la loro assunzione: stimolano meno il senso di sazietà rispetto a carboidrati, proteine e fibre, e in secondo luogo rendono i cibi più appetibili.
Sedentarietà: negli ultimi anni si è verificata una progressiva riduzione della necessità di svolgere lavori che impongano elevato dispendio energetico, che non si è accompagnato a una cultura dello sport: ciò ha portato una riduzione dell’attività fisica e del dispendio energetico derivante. Si calcola che una riduzione del dispendio rispetto all’introito di energia dell’ 1% al giorno può far aumentare di un 1 kg in un anno un soggetto.
Fattori socio-culturali etnici: l’obesità ha una maggiore prevalenza nei soggetti con basso livello culturale e minore introito economico nei paesi occidentali, mentre accade il contrario nei paesi in via di sviluppo.
Farmaci: esistono alcuni farmaci che possono causare obesità, come antipsicotici, antidepressivi, antiepilettici, glicocorticoidi, insulina, sulfoniluree.
Fattori psicologici: i pazienti con obesità e sovrappeso hanno un’elevata frequenza di disturbi del comportamento alimentare; mentre nella bulimia può esserci sovrappeso, nei binge eating disorders (BED) caratterizzati da abbuffate compulsive senza comportamenti di compenso è associata l’obesità. Inoltre i pazienti obesi possono avere un ampio spettro di sottile alterazioni del comportamento alimentare non necessariamente classificabili come psicopatologie maggiori (night eating, emotional eating ecc..).
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