SALUTE

Penicillamina 




la penicillamina è un chelante le metalli pesanti, soprattutto del ramo e del piombo.La penicillamina viene utilizzata nella malattia di Wilson. La penicillamina viene utilizzata nelle forme gravi di artrite reumatoide.La penicillamina è derivato dall' idrolisi dell' antibiotico penicillina.

 

Che cos’è la penicillamina?

La penicillamina è un chelante dei metalli pesanti , soprattutto del rame e del piombo.

 

Indicazioni

Malattia di Wilson

Intossicazione da piombo e da mercurio

Cistinuria cronica ( per prevenire la litiasi )

Artrite reumatoide




Precauzioni

Rigoroso controllo ematologico durante le prime tre settimane di trattamento possibilità di trombofilia o di leucopenia. Ricerca di proteinuria una volta alla settimana rischio di nefropatia

Penicillamina: controindicazioni

Gravidanza, emopatie, nefropatia, allergia nota alla penicillina.

Penicillamina: effetti secondari

  • Reazioni allergiche precoci: frequenti nei primi 8-10 giorni di trattamento, in particolare prurito, rush, febbre, eosinofilia, adenopatie; possono essere attenuate con una patologia progressiva e con l’associazione di un corticocosteroide durante i primi giorni di trattamento; non interrompere la somministrazione poiché una sua ripresa può aggravare le reazioni.
  • Reazioni allergiche tardive: tossicodermie, pemfigo, stomatite (sospendere il trattamento immediatamente),
  • Inibizione del midollo osseo: leucopenia, trombopenia, anemia.
  • Proteinuria e diminuzione della filtrazione glomerulare, che possono condurre all’insufficienza renale.
  • Perdita del gusto, anomia, neurite ottica.
  • Polineurite ed altri segni di deficit di piridossina
  • Itterocolostatico (raro)
  • Disturbi immunologici: sindrome di tipo lupus eritemtoso disseminato, sindrome di Goodpasture , s debolezza muscolare di tipo miastenico, anemia  emolitica autoimmune.




Penicillamina: note farmacologiche  

La penicillamina è un prodotto di idrolisi della penicillina che può essere ottenuto anche per sintesi; chelante dei metalli pesanti, forma con questi ultimi complessi solubili che sono eliminati nelle urine; nella cistinuria essa forma con la cistina un complesso solubile. Il dosaggio va adattato secondo la quantità urinaria di cistina che non deve superare i 100 mg/die; la penicillamina è stata proposta nel trattamento dell’artrite reumatoide, ma questa indicazione è controversa e l’uso dovrebbe ogni caso essere limitato alle forme non sensibili agli antinfiammatori meno tossici; la penicillamina risulta teratogeno negli studi di tossicologia sperimentale.

 

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Un pensiero su “Penicillamina 

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