SALUTE

Sifilide

 

 



Definizione

La sifilide, o lue, è una delle IST (infezioni sessualmente trasmesse) più antiche e ancora oggi è molto diffusa nel mondo. Diversamente da altre IST batteriche, come la gonorrea, la sifilide  è caratterizzata da una fase acuta primaria, che spesso decorre in maniera del tutto asintomatica, e da una lunga fase cronica (fase secondaria e terziaria) con un quadro clinico multiforme. Si può distinguere la sifilide acquisita, se il contagio è avvenuto per via sessuale, o comunque dopo la nascita, dalla sifilide  congenita, se c’è stata una trasmissione intrauterina dalla  madre al feto.









Epidemiologia

 

Nei paesi industrializzati, fino agli anni Novanta del secolo 
scorso, l’incidenza della sifilide si era notevolmente ridotta grazie all’impiego degli antibiotici. Dal 2000 si è registrato tuttavia un aumento del numero di nuovi casi di sifilide con vera e propria epidemie locali. L’infezione ha colpito soprattutto gruppi di omosessuali maschi e soggetti dediti alla prostituzione. Sicuramente la diffusione dell’AIDS e soprattutto la ridotta attenzione nelle pratiche sessuali considerate a minore rischio 
per la trasmissione di HIV (rapporti orali non protetti) hanno contribuito a far crescere questo fenomeno. Attualmente la sifilide ha un’incidenza nel mondo di 12 milioni di nuovi malati all’anno. Va sottolineato che colpisce individui in età più avanzata rispetto alle altre IST.








Manifestazioni cliniche



Sifilide acquisita


Classicamente si distinguono tre fasi nella sifilide acquisita, ma nella pratica clinica si può osservare il sovrapporsi di una fase all’altra, come per esempio la comparsa di manifestazioni cutanee nella prima fase o di sintomi neurologici precoci.


 Sifilide primaria


Nella sifilide primatia la lesione tipica è costituita da una papula (sifiloscrerosi  o sifiloma) non dolente, il più delle volte unica, che tende a ulcerarsi. Nei soggetti HIV sieropositivi le lesioni ulcerative sono spesso multiple. La localizzazione può  manifestarsi a livello dei genitali esterni ( pene, piccole e grandi labbra), della cervice uterina o della mucosa anale. La linfoadenopatia inguinale è spesso presente ma in genere non causa dolore. Altre localizzazioni possibili sono quelli al livello del cavo orale (lingua, tonsille, labbro inferiore) o dei capezzoli (forma tipica delle balie).  

In tutti i casi le caratteristiche delle lesioni sono l’unilateralità, 
la durezza e la presenza della linfoadenopatia satellite. Spesso il paziente può non dare peso alla presenza dell’ulcera perché non provoca fastidio né dolore; inoltre, se è localizzata a livello dei genitali interni, può non essere facilmente visibile. Se non riconosciuta, si risolve spontaneamente in qualche settimana 
anche in assenza di trattamento.


Sifilide secondaria

Dopo 4-8 settimane compaiono disturbi generali quali astenia e cefalea. Persiste di solito la linfoadenopatia satellite e possono essere visibili gli esiti della sifilosclerosi. Si associa frequentemente un esantema eritematoso costituito da lesioni rotondeggianti di colore rosa pallido, non pruriginose, diffuse al tronco e agli arti (sifiloderma roseolico). Tale esantema può risolversi spontaneamente o evolvere nella forma maculopapulosa con lesioni color vivo e tendenza a desquamare (sifiloderma  
papuloso). La manifestazione cutanea può essere disseminata o localizzata e tipicamente è presente anche al livello palmop-plantare.

Dopo 5-6 mesi dal contagio possono comparire alterazioni pigmentarie della cute che sono patognomoniche a livello del collo (collare di Venere). In tale fase può essere coinvolto anche il sistema pilifero con insorgenza di alopecia a piccole chiazze che tipicamente si distribuiscono in regione periauricolare. Infine, sono possibili sintomi e segni di interessamento d’organo come diarrea, rigidità nucale, ipertransaminasemia
Tale fase è molto contagiosa ma autolimitante.


Sifilide tardiva 

A distanza di molti anni dall’infezione primaria si possono verificare quadri clinici differenti che vanno da una completa assenza di sintomi a quadri anche mortali. 


Sifilide latente tardiva 

Non sono presenti segni clinici, ma si ha la positività ai test sierologici non treponemici e treponemici con IgM negative


Sifilide del sistema cardiovascolare


 La lesione più tipica è a livello dell’arco aortico dove si stabilisce panarterite necrotizzante con conseguente sviluppo di aneurisma. Il processo può anche interessare la valvola aortica causando insufficienza. Anche le coronarie possono essere colpite con un quadro di tipo anginoso. 


Sifilide gommosa d’organo

I sintomi e i segni clinici sono differenti a seconda del punto in cui si è sviluppata la lesione d’organo granulomatosa (gomma leutica) che è di solito profonda e destruente. I distretti più interessati sono l’ osso e le articolazioni (tipico è il dolore notturno e la tendenza a fistolizzare), la cute con il sifiloderma nodulare e il sifiloderma gommoso, l’apparato gastrointestinale e il fegato.


Sifilide cerebrale (neurolue) 


E’ più o meno sintomatica a secondo della fase della malattia. Si può osservare un coinvolgimento meningeo senza febbre, con segni di meningite cronica e coinvolgimento dei nuclei della base, oppure un’ endoarterite cerebrale diffusa con un quadro di encelofalopatia multinfartuale.

Quando l’infezione coinvolge i cordoni posteriori del midollo spinale, e si presenta con il quadro clinico della tabe dorsale, caratterizzata da atassia, crisi dolorose, atrofia ottica e miosi. La sierologia può essere completamente negativa. Un altro quadro tipico è la paralisi progressiva che consiste in una meningoencefalite diffusa e colpisce prevalentemente la corteccia dei lobi frontali causando un deterioramento mentale progressivo con disturbi del comportamento. 

 



Sifilide fetale 


Quando l’insorgenza avviene in una fase precoce della gravidanza può causare gravi malformazioni fetali con possibile aborto e morte neonatale.


Sifilide congenita precoce 


Se l’infezione avviene nella seconda parte della gravidanza quando si sono formati i vari organi e apparati del feto, i primi segni si hanno nel neonato che presenta subito la forma disseminata, tipica della sifilide secondaria, con sintomi che si manifestano entro i primi due anni di vita. Quadri cutanei tipici sono il pemfigo 
palmo- plantare, il sifiloderma roseolico e il sifiloderma papuloso. A livello della mucosa un quadro patognomonico è rappresentato dalla rinite persistente che può portare addirittura a malformazioni nasali. Un altro dato costante è coinvolgimento dell’osso con osteocondrite, periostite e rarefazioni ossee fino a vere e proprie fratture delle ossa lunghe. 

Diagnosi 

Il quadro clinico della sifilide è multiforme, per cui la conferma diagnostica richiede l’utilizzo di test sierologici. La ricerca diretta del microorganismo, effettuata solo in centri specialistici, può essere infatti utilizzata principalmente nella fase primaria, analizzando il materiale proveniente dall’ulcera leutica con un microscopio in campo oscuro. Gli esami sierologici, utilizzati in tutte le fasi della malattia, sono classicamente suddivisi in test treponemici,  che rilevano la risposta anticorpale specifica contro antigeni di Treponema Pallidum, e test non predisponenti che identificano una ricerca anticorpale aspecifica verso antigeni lipoidei. 

Terapia 

La terapia per la sifilide si basa sul l’uso della penicillina G (acquosa, cristallina procaina o benzatina) per via parenterale.

 

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