Sindrome di Alport
Definizione
La sindrome di Alport è una rara forma ereditaria di insufficienza renale progressiva, con un’incidenza di 1 caso su 10000 neonati. E’una malattia delle membrane basali, caratterizzata da persistente microematuria e/o proteinuria con progressivo peggioramento della funzione renale associata a disturbi dell’udito e della vista.
Eziopatogenesi
La sindrome di Alport fu descritta per la prima volta da Guthrie nel 1912 come un’ ematuria idiopatica ereditaria familiare. E’ una malattia ereditaria che colpisce più componenti di una famiglia, prevalentemente i soggetti di sesso maschile. Essa compare sia in età pediatrica sia nei giovani. Studi familiari hanno dimostrato che il tipo di trasmissione ereditaria legata al cromosoma X è dominante. Il gene responsabile (COL4A5) è situato nella parte mediana del braccio lungo del cromosoma Xq22; esso codifica per una nuova catena del collageno di tipo IV. Poiché il gene è localizzato nel cromosoma X, le madri con Sindrome di Alport trasmettono la malattia a un terzo-metà dei loro figli. Tuttavia la malattia si manifesta poco o solo parzialmente nelle femmine, mentre è molto evidente nei maschi.
Sintomatologia
Nella forma legata al cromosoma X il quadro clinico è caratterizzato da persistente microematuria e/o proteinuria. L’ ematuria è presente in tutti i soggetti di sesso maschile e nel 95% delle femmine.
Nella forma autosomica recessiva tutti i soggetti omozigoti presentano una microematuria, mentre è presente soltanto nella metà dei soggetti eterozigoti.
La proteinuria può essere lieve o moderata. La funzione renale è normale nella fase iniziale della malattia poi si deteriora progressivamente. Sono presenti disturbi uditivi che consistono in ipoacusia alle alte frequenze nel 30-50% dei pazienti. Non esiste alcuna correlazione tra gravità delle lesioni renali e danno uditivo. La sordità neurosensoriale non è presente nei pazienti alla nascita, si sviluppa con l’avanzare dell’età. Le alterazioni che interessano gli occhi sono:
- Sferofachia
- Miopia
- Lesioni retiniche in regione maculare perimaculare
- Amaurosi.
Le tipiche alterazioni oculari non sono presente alla nascita ma si sviluppano con il decorso clinico della malattia e compaiono nel 25 30% dei pazienti. Esse non comportano deficit visivi, pertanto devono essere ricercati accuratamente con la lente di Goldman e la lampada a fessura. Possono essere presente anche anomalie delle piastrine megatrombociti e dei leucociti; e raramente alterazione a carico del cervello, paratiroidi.
Decorso clinico e prognosi
Il decorso clinico è caratterizzato da un lento e progressivo decadimento della funzione renale sino all’ insufficienza renale cronica che necessita nella fase terminale del trattamento dialitico. I soggetti di sesso maschile hanno una prognosi più sfavorevole rispetto alle donne perché la malattia è legata al cromosoma X. La prognosi dipende dal tipo di mutazione genetica; essa è peggiore in presenza di grossi riarrangiamenti del gene COL4A5 rispetto alle mutazioni puntiformi o missensi.
Costituiscono fattori prognostici sfavorevoli per i maschi:
- Sordità progressiva sin dall’infanzia
- Proteinuria elevata di tipo nefrosico
- Lesioni oculari diffuse
- Alterazioni della membrana basale con interessamento di molti glomerulii e presenza di scleroialinosi.
Fattori prognostici sfavorevoli per la donna sono:
- Episodi ricorrenti di macroematuria
- Estensione delle lesioni ultrastrutturale
- Appartenenza a ceppi familiari con Sindrome di Alport.
Terapia
Non esiste alcuna terapia per questa malattia. E’ utile controllare i valori pressori per ridurre la progressione verso l’uremia terminale. Il trattamento emodialitico e il trapianto renale sono oggi due migliori rimedi.
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