Sindrome di Asherman: cause, sintomi e trattamenti
Cos’è la Sindrome di Asherman
La Sindrome di Asherman (SA) è una condizione rara, ma significativa, che colpisce l’apparato riproduttivo femminile. È caratterizzata dalla formazione di aderenze e tessuto cicatriziale all’interno della cavità uterina e/o della cervice, che possono ostruire parzialmente o completamente l’utero.
Cause
Le cause principali includono:
Interventi chirurgici:
Raschiamenti (dilatazione e curettage) eseguiti dopo aborti (volontari o spontanei) o per rimuovere residui placentari dopo il parto sono la causa più comune.
Isteroscopia operativa, miomectomia (rimozione di fibromi) o ablazione endometriale (distruzione del rivestimento uterino) possono aumentare il rischio di SA.
Taglio cesareo, anche se raramente, può causare SA se si verificano complicanze.
Infezioni:
Infezioni pelviche gravi, come l’endometrite (infiammazione dell’endometrio), possono danneggiare il rivestimento uterino e portare alla formazione di aderenze.
Tubercolosi genitale, anche se rara nei paesi sviluppati, può causare SA.
Traumi:
Lesioni all’utero causate da strumenti chirurgici o inserimento di dispositivi intrauterini (IUD) possono provocare aderenze.
Fattori di rischio
Alcuni fattori possono aumentare il rischio di sviluppare la Sindrome di Asherman:
Gravidanze multiple: L’utero durante la gravidanza è più vulnerabile ai traumi.
Aborti spontanei: Soprattutto se seguiti da raschiamento.
Età: Donne in età fertile sono più a rischio.
Condizioni mediche preesistenti: Alcune patologie uterine, come fibromi o malformazioni, possono aumentare il rischio di SA.
Sintomi comuni della Sindrome di Asherman
Amenorrea: l’assenza di mestruazioni è uno dei sintomi più comuni. Può essere completa (nessuna mestruazione) o parziale (mestruazioni molto scarse).
Ipomenorrea: flusso mestruale scarso o di breve durata.
Dolore pelvico: alcune donne possono avvertire dolore pelvico, soprattutto se le aderenze bloccano il flusso mestruale. Questo dolore può essere ciclico e intensificarsi durante il periodo mestruale.
Infertilità: la Sindrome di Asherman può rendere difficile il concepimento, poiché le aderenze possono impedire l’annidamento dell’embrione nell’utero.
Aborti spontanei ricorrenti: le aderenze possono aumentare il rischio di aborti spontanei, soprattutto nel primo trimestre di gravidanza.
Mestruazioni retrograde: il sangue mestruale, non potendo defluire normalmente attraverso la vagina, può risalire nelle tube di Falloppio, causando dolore e potenzialmente endometriosi.
Variazioni dei sintomi
Gravità delle aderenze: la gravità dei sintomi dipende dalla quantità e dalla localizzazione delle aderenze. Ad esempio, aderenze lievi possono causare solo ipomenorrea, mentre aderenze severe possono portare ad amenorrea completa e infertilità.
Età della paziente: nelle donne più giovani, la Sindrome di Asherman può manifestarsi principalmente con amenorrea o infertilità, mentre nelle donne in età fertile può essere più comune il dolore pelvico.
Diagnosi della Sindrome di Asherman
La diagnosi della Sindrome di Asherman (SA) richiede un approccio combinato che tenga conto della storia clinica della paziente, dei sintomi riferiti e dei risultati di specifici esami diagnostici.
Anamnesi
Il medico raccoglierà informazioni dettagliate sulla storia clinica della paziente, con particolare attenzione a:
Interventi chirurgici sull’utero, come raschiamenti, isteroscopie operative, miomectomie o ablazioni endometriali.
Eventi ostetrici, come gravidanze, aborti (spontanei o indotti) e parti, soprattutto se complicati da ritenzione di materiale placentare o necessità di revisione della cavità uterina.
Infezioni pelviche, pregresse o in corso.
Traumi all’utero, anche minimi, come quelli causati dall’inserimento di dispositivi intrauterini (IUD) o durante procedure mediche.
Esame fisico
Durante la visita ginecologica, il medico potrà valutare la presenza di eventuali anomalie o segni che suggeriscano la SA, ma l’esame fisico da solo non è sufficiente per la diagnosi.
Esami diagnostici
Gli esami più utili per la diagnosi della Sindrome di Asherman sono:
Ecografia transvaginale: permette di visualizzare l’utero e l’endometrio, evidenziando eventuali ispessimenti, irregolarità o aderenze. Può essere utile anche per valutare la presenza di liquido nella cavità uterina.
Isterosalpingografia (HSG): è un esame radiologico che prevede l’iniezione di un mezzo di contrasto nell’utero e nelle tube di Falloppio, consentendo di visualizzarne la forma e la pervietà. In caso di SA, si possono osservare aderenze o ostruzioni all’interno della cavità uterina.
Isteroscopia: è l’esame più accurato per la diagnosi della Sindrome di Asherman. Consiste nell’inserimento di un sottile strumento con una telecamera nella cavità uterina, permettendo al medico di visualizzare direttamente le aderenze, valutarne la gravità e la localizzazione. Durante l’isteroscopia, è anche possibile eseguire una biopsia endometriale per escludere altre patologie.
Diagnosi differenziale
La Sindrome di Asherman deve essere distinta da altre condizioni che possono causare sintomi simili, come:
Amenorrea (assenza di mestruazioni) dovuta a cause ormonali, metaboliche o psicologiche.
Infertilità dovuta ad altre cause, come problemi di ovulazione o anomalie degli spermatozoi.
Aborti spontanei ricorrenti dovuti a fattori genetici, immunologici o anatomici.
Dolore pelvico cronico causato da endometriosi, malattia infiammatoria pelvica o altre patologie.
Importanza della diagnosi precoce
Una diagnosi precoce della Sindrome di Asherman è fondamentale per intraprendere il trattamento adeguato e migliorare le possibilità di recupero della fertilità. In caso di sintomi sospetti, è importante consultare il ginecologo per effettuare gli accertamenti necessari.
Trattamento
Il trattamento principale per la Sindrome di Asherman (SA) è di tipo chirurgico e mira a rimuovere le aderenze e il tessuto cicatriziale all’interno della cavità uterina o della cervice, ripristinando la normale anatomia e funzionalità dell’utero.
Isteroscopia operativa
L’isteroscopia operativa è la procedura di scelta per il trattamento della SA. Si tratta di un intervento mini-invasivo che viene eseguito in anestesia generale o locale, utilizzando un sottile strumento chiamato isteroscopio, dotato di una telecamera e di strumenti chirurgici miniaturizzati.
Durante l’isteroscopia operativa, il medico visualizza direttamente la cavità uterina e le aderenze grazie alla telecamera. Utilizzando gli strumenti chirurgici, le aderenze vengono delicatamente tagliate e rimosse, liberando la cavità uterina.
Tecniche aggiuntive
In alcuni casi, durante l’isteroscopia operativa possono essere utilizzate tecniche aggiuntive per facilitare la rimozione delle aderenze o prevenire la loro riformazione:
Elettrochirurgia: utilizzo di corrente elettrica per tagliare e rimuovere le aderenze.
Forbici microchirurgiche: utilizzo di forbici di precisione per sezionare le aderenze.
Dilatatori: in alcuni casi, può essere necessario utilizzare dilatatori per allargare il canale cervicale e facilitare l’accesso all’utero.
Prevenzione della riformazione delle aderenze
Dopo la rimozione delle aderenze, è fondamentale adottare misure per prevenire la loro riformazione. A tale scopo, possono essere utilizzati:
Dispositivo intrauterino (IUD): l’inserimento di uno IUD subito dopo l’intervento aiuta a mantenere aperta la cavità uterina durante il processo di guarigione.
Gel antiaderenze: l’applicazione di gel specifici sulla superficie uterina può ridurre il rischio di formazione di nuove aderenze.
Terapia ormonale: in alcuni casi, può essere prescritta una terapia ormonale a base di estrogeni per favorire la guarigione dell’endometrio.
Follow-up
Dopo l’intervento, è necessario un follow-up regolare con il ginecologo per monitorare la guarigione, valutare la pervietà della cavità uterina e verificare l’eventuale riformazione delle aderenze.
Risultati
Il successo del trattamento della Sindrome di Asherman dipende dalla gravità delle aderenze e dalla tempestività dell’intervento. Nella maggior parte dei casi, la rimozione delle aderenze permette di ripristinare la fertilità e di avere una gravidanza senza complicazioni. Tuttavia, in alcuni casi, soprattutto se il danno all’endometrio è grave, la fertilità può essere compromessa in modo permanente.